cinema, 5 luglio
È l’ultima sera prima del rientro, provo una strada diversa.
Mi trovo davanti un palazzo in mattoncini, con giardino. Nel mezzo del giardino, un proiettore.
È un palazzo del cinema, ci sono diverse sale, organizzano retrospettive. Compro una cartolina da una libreria interna, la spedirò il giorno dopo.
L’accenno di mia sorella alla cartolina mi ha risvegliato questo ricordo.
Nient’altro. La mia pessima abitudine di dormire troppo poco e un -diciamo così- non eccellente senso dell’orientamento mi confondono, e non riesco a focalizzare altri particolari.
E così questo cinema rimane così, non-luogo immerso nella nebbia, apparso così –out of the blue– in qualche città europea.
Ma va bene: in fondo i cinema sono non-luoghi per definzione, pronti ad assorbire la latitudine e la longitudine dalle pellicole.